Da Sorana, per una mulattiera piuttosto disagevole, in poco più di un chilometro e mezzo si giunge sulla sommità di un vicino colle che, con i suoi 800 metri di altezza, divide la valle della Pescia di Pontito da quella della Pescia di Calamecca e sul quale anticamente sorgeva il castello di Lignana. Si trattava di un munito castello, con una cerchia di mura di circa 150 metri di circonferenza, nella quale si aprivano due porte, che troviamo ricordato per la prima volta in un documento del 980, anche se la tradizione lo vuole di origine addirittura romana. Proprio la sua posizione strategica fece sì che questo castello fosse lungamente conteso fra Fiorentini, Lucchesi e Pisani, finché nel 1362 esso venne espugnato da questi ultimi, che lo ridussero in condizioni così tragiche che i Fiorentini, quando nel 1364 riuscirono a tornarne in possesso, preferirono finire di raderlo al suolo piuttosto che affrontare la spesa necessaria per ripristinarlo. Conseguentemente, le circa cinquanta famiglie che lo abitavano emigrarono nei paesi vicini e di queste la maggior parte si rifugiò a Sorana. Di Lignana tra l'altro è originaria la illustre famiglia pesciatina dei Buonvicini, da cui uscì tra gli altri frà Domenico, compagno del Savonarola. Oggi, a parte pochi ruderi superstiti, vi rimane solo una chiesetta, dedicata ai SS. Jacopo e Caterina: si tratta di una costruzione in condizioni di abbandono, ma in cui fino ad alcuni anni fa si officiava ancora due volte l'anno. L'edificio, in stile romanico, ha abside semicircolare ornata con archetti pensili: restaurato verso la metà del XVIII secolo a cura del sacerdote soranese Marco Marchi, adesso purtroppo è nuovamente in condizioni di grave degrado. Attualmente nella zona si svolgono campi archeologici per riportare alla luce reperti del borgo che fu. Fonte: Bettino Gerini, Francesco Salvi, La provincia di Pistoia, Etruria Editrice.
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